martedì 21 luglio 2015

Guardo il mondo e...invecchio felice

 
Adoro i bimbi che piangono disperati quando non gli compri un gioco. E adoro quando gli dici che glielo compri e restano 2 ore dentro il negozio a studiare quale gioco prendere. Anche a 4 anni si rendono conto che hanno tutto, anche troppo, e onestamente non hanno bisogno di niente, ma non si può perdere l'occasione di prendere qualcosa. Alla fine prendono la cosa più stupida, ma sono felici...ed io più di loro.


Penso che sono stato fortunato a vivere una adolescenza senza telefonini e whattsapp....sai quanto avrei rotto le palle, e sofferto?

Adoro le turiste che si comprano una bottiglia di vino rosso, due bicchieri di plastica e se la bevono sedute in piazza di Spagna. Solitamente scalze. Solitamente fighe.

Sono consapevole che non è proprio una cosa rivoluzionaria, ma ho scoperto che mondo si rompe qualsiasi cosa. Dicono che i giapponesi fanno le cose che dopo un determinato numero di utilizzi si rompe, per obbligare il consumatore a cambiarla e a muovere l'economia.
Si rompono le macchinine di plastica, come i Rolex, le Ferrari come i trenini. Si rompono i vestiti, i banconi dei bar, le scarpe. Si rompono i sogni di gloria, si rompono i lucchetti delle casseforti e si rompono i maroni.
Una cosa non si rompe mai.

Non si rompe mai lo strano marchingegno che conta e sputa i soldi del bancomat. Io darei il nobel a chi lo ha inventato, ma non tanto perché è perfetto e affidabile, ma per la "stronzaggine", come quando tuo fratello maggiore ti dice a 5 anni che Babbo Natale non esiste. I sogni, anche se stupidi e infantili, devono avere sempre un barlume di verità o una leggenda metropolitana che li mantiene vivi, perché sfido chiunque a non aver mai sperato che invece dei canonici due pezzi da 20 e uno da 10 euro, uscisse una montagna di bei cinquantoni.

Se lo stato mettesse un gazebo nella sola piazza di Spagna a vendere bastoncini per i selfie "statali"...potremmo tranquillamente raddoppiare il numero dei parlamentari.






Meparetotti

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