giovedì 3 settembre 2015

IN-TOLLERANZA ZERO

PRINCIPI DI RAZZISMO
-lettura adatta ad un pubblico adulto-

Io non mi ritengo né una persona facinorosa, tantomeno razzista. Non ho idee politiche estreme, cerco di ragionare con la mia testa, non mi sono mai fatto strumentalizzare da nessuno, al Liceo NON occupavo la scuola per far piacere solo a chi, arrabbiato non so con chi, facinoroso non più del giusto, ma iscritto al partito, lo doveva fare. 
Non ho mai preso parte ad alcuna manifestazione contro qualcuno e qualcosa (anche se a Trigoria ad urlare qualche volta, nel recente passato, ce sarei andato volentieri), non mi metto le Clark rotte nella settimana dei Buskers, per fare l'alternativo.
Per questo mi ritengo sufficientemente normale, e sufficientemente presuntuoso per considerarmi uno dei papà più “odiato” dai papà.
Ora vi spiego il perchè.
Da quando ho, prima uno e poi due figli, ho sempre passato le mie vacanze, chi mi legge o mi conosce già lo sa, in spiaggia a giocare sempre con loro. Fossero buchi, piste, torte, torte a due piani, bagni, e poi ancora castelli con l'acqua intorno, vulcani con il fuoco vero, ho sempre giocato.
Tutto quello che si può fare in una spiaggia, l'abbiamo sempre fatto, a volte litigando (si fa per dire) con mia moglie perchè nelle ore più calde bisogna stare all'ombra....e son due maroni!!!
Non ho mai, invaso lo spazio altrui, non ho mai fatto casino nelle ore in cui non si deve, non ho mai prevaricato il prossimo, mi son sempre fatto i cazzi miei, io, i miei bimbi e la Fede, mia moglie.
E' vero anche che in una vacanza di più giorni, si crea sempre una certa inevitabile, se pur minima, confidenza con il tuo vicino d'ombrellone, ma io che sono fin troppo riservato, ma soprattutto io che non voglio che qualcuno mi rompa i coglioni, ho cercato di non far crescere mai troppo questa confidenza che poi rischia di dilagare verso situazioni che potevano, appunto, “rompermi i coglioni”.
Per cui con Ermanno, il pensionato vedovo di Cattolica, che vediamo da 5 anni tutte le estati sempre sotto la stessa tenda accanto alla nostra, abbiamo scambiato, giusto qualche chiacchiera, e lo stesso abbiamo fatto con la mamma settantenne di Franco, in vacanza con il fidanzato, che guardava i nostri bimbi, con quell'occhio di “nonna” che non potrà mai diventare.
Comunque, andiamo avanti.
Quest'anno durante la nostra vacanza calabra, un giorno decidiamo di andare a visitare una spiaggia nuova, a pochi chilometri, ma diversa da quella del nostro villaggio. Così per cambiare. Scegliamo, per caso, un lido con pochi ombrelloni, e disposti anche abbastanza larghi tra le file. Ce ne assegnano uno con due lettini. Dopo le solite incremate della mamma e la mia preparazione del “cantiere” (la Fede è convinta che mi diverta più io a giocar con la sabbia, che i miei figli, e a volte ha pure ragione), iniziamo le nostre solite avventure. Accanto a noi, due ombrelloni vuoti, ma qualcosa minacciava la mia tranquillità.
Alla fila sopra la nostra, anche se sufficientemente lontana per qualsiasi interazione, arriva famiglia di napoletani. Lui marito, lei moglie, una figlia “settenne”, zio obeso (fratello di lei) e cane.
Noto per caso, che lo Zio obeso si stende per terra sotto l'ombrellone, occupando tutta l'ombra. 
Il disagio inizia a salirmi su per la schiena.  
Dopo 6 minuti lui, il padre con la figlia settenne, si avvicina al nostro ombrellone.
“Guarda Katia, che bel buco che ha fatto questo bambino!!!”. Io non gli rispondo se non con un sorrisino anonimo di quelli che si fanno alla cassiera della Coop quando ti restituisce la carta di credito, e continuo a scavare.
Lui resta lì, impalato, e insiste: “Katia, resta con il bimbo a giocare”...La bimba, pure lei obesa, in un bikini tanto largo quanto inutile, avendo solo 7 anni, in un primo momento timidamente rifiuta l'invito del padre “impalato”, ma poi non resiste alla libidine di giocare con due bambini, tre camion, due secchielli, tre rastrelli, il rullo, le formine...e un papà.
Io, che son buono, accolgo la bimba e continuo nei nostri giochi, e quel pezzo di merda del padre se ne torna sul suo lettino a dormire.
Tralasciando le invasioni della madre “troia” che ogni tanto arrivava, senza salutare, per spalmare di crema sta povera bambina, che dopo due ore aveva più crema addosso lei, che tatuaggi Corona, per un attimo mi era venuta la voglia di andare da quel coglione napoletano e chiedergli:
....che cosa hai fatto una figlia a fare se, in vacanza, in spiaggia non ci giochi nemmeno 10 minuti.
....che cosa hai fatto una figlia a fare, se appena arrivi in spiaggia, non fai in tempo nemmeno ad metterle la crema che  l'hai gia parcheggiata da un perfetto sconosciuto, con le basette lunghe!!
(e questo mi ha fatto capire che è una abitudinario del “parcheggio la bimba che mi abbronzo meglio”).
E soprattutto perché cazzo non le compri tre secchielli di merda e così eviti di venire a rompere le palle a me, che NON ti conosco, NON ci siamo MAI visti, nemmeno ti sei presentato, NON frequento questo lido, (e da oggi mai più ci tornerò) e soprattutto NON ti ho invitato?
Io non sono razzista, ma lo divento con queste persone, e sia chiaro, non c'entra il fatto che fosse napoletano (ERO IN VACANZA CON AMICI NAPOLETANI CIVILISSIMI). 
Non mi interessa che problemi abbiano, non mi interessa di aiutarli, non mi interessa se sono arrivati con i barconi o con la Panda o con la Mercedes, questi NON si meritano niente.
Non si meritano una bimba obesa, perchè la riempiranno LORO delle peggiori schifezze, ma dolce, gentile e per nulla invadente, che faceva la voglia solo di un secchiello e di una paletta!!

La giornata per fortuna fu solo una "mezza giornata" perchè all'ora di pranzo il Cantiere chiuse e loro NON ritornarono più....ma se fossero tornati....gli avrei tirato una boccia in fronte.

meparetotti

P.S.: non fatemi dire nulla su chi oggi pubblica le foto del bimbo trovato purtroppo morto sulla spiaggia, su chi piange, su chi fa il superiore e dice che tanto piangere non serve, su chi parla di sconfitta del mondo, su chi deve far sempre quello che non si commuove perchè allora dovremmo farlo tutti i giorni sempre.

Non vorrei giudicare nessuno.
Io, che mi commuovo a guardare "Boss in incognito" o l'ultima puntata di "Non è la Rai", mi sono sentito una merda quando ho visto quella foto, così come quando vedo un bambino, scalzo e magari pure sorridente, in Africa, mentre navigo in internet.
Penso ai miei bimbi, penso che il mondo fa schifo, ma penso anche che ci sono un sacco di persone molto più buone e generose di me che veramente fanno qualcosa, che chiaramente non perdono tempo con le cazzate dei Computer, dei Social, dei Blog.

mercoledì 2 settembre 2015

#Meparechesonotornato

Cari amici
Ho notato che fa molto “Vip”, ad agosto, prendersi una pausa dal Blog (manco fosse un lavoro faticoso), per cui, anche io, come i grandi blogger, questa estate mi son preso una pausa dal MepareBlog.
Avevo bisogno di staccare un po' la spina, ritrovare nuovi stimoli, girare il mondo per raccogliere idee per la “collezione autunno-inverno”, non potete immaginare lo stress di scrivere giusto 6/7pezzi al mese...con l'editore alle calcagna sempre lì, a spronarmi a scrivere, gli sponsor che chiedono, chiedono e chiedono sempre più articoli a cui agganciare i loro prodotti, una vita d'inferno.
E così, siccome “quello che dico è quello che faccio” mi sono fermato ed ora...finito agosto, finite le vacanze, “a rieccomi” il 2 settembre a combattere con quei pochi cassetti della memoria dei quali non mi sia dimenticato dove ho messo la chiave, pronto a riprendere questa “disonorata” carriera di Blogger alle prime armi, anzi, oserei dire....disarmato.


Si perché, quest'estate, (come del resto comunque anche ogni giorno della mia vita) è stata comunque piena di momenti in cui mi son detto “questa me la devo ricordare per il Blog”, ed ora che son qui...davanti al computer, carico come un bambino di 5 anni al primo allenamento di calcio...non mi ricordo niente...tabula rasa, un po' come quando, a scuola, facevo scena muta e la professoressa si inventava per me un malessere momentaneo e “buona come un pezzo di pane” mi rimandava al posto, senza voto, dicendo “Dai, Giovanni, si vede che oggi hai un vuoto, capita, riproviamo la settimana prossima”. Paraculo.
Ma qui non siamo a scuola, e non ci sono settimane prossime, non c'è la professoressa, la campanella, il banco, la compagna figa che, mentre faccio l'ennesima figura di merda, scrive lettere al suo (non io) fidanzato cretino. 
Qui c'è una mattina, abbastanza presto, di quelle che fuori inizia ad esser freddino, una camera d'albergo, peraltro bellissimo, un letto king size, e un PC appoggiato sulle mie gambe, di quelli un po' vecchi che hanno una ventola sotto che spara aria calda, che mi da quel piacere che ci manca solo la colazione a letto.
Cosa scrivo. Cosa vi racconto. 
Il tempo passa, inesorabile, mi accorgo che ho fatto una premessa di due pagine, priva di qualsiasi contenuto.
Sento scricchiolare, qualcosa nella mia testa, la mia vacanza, il popolo “da Villaggio”, la sigla, il gioco caffè, la baby dance, i napoletani, iniziano ad arrivare gli input alle mie dita.
Ma è tardi....devo andare....a lavorare....a presto....

...anzi...a prestissimo.

Meparetotti

P.S.: Al volo....cosa è successo ad Agsoto di rilevante? 
La Selva vince il Palio d'agosto.
Roma-Juve 2-1 

....per tutto il resto....non cambiate canale.