Difficile parlare di terremoto, difficile non parlare di terremoto in questi giorni. Bisognerebbe farlo in maniera spigliata, per non dire "simpatica", per sdrammatizzare, ma vista la strizza che abbiamo avuto per qualche giorno, e che ora lentamente (speriamo) se ne sta andando, non mi viene in mente nulla di così sensazionale da scrivere.
Uomo impotente, natura devastante...questo il riassunto...quasi da TG. Tanto banale, quanto reale.
Se devo guardare al mio bicchiere, lo vedo, neanche mezzo, ma tutto pieno. La mia casa è intatta, Francy non si è accorto di nulla, ed io, fifone, con la mia family, me ne sono anche scappato per un giorno, alla ricerca di un po' di indispensabile serenità.
Ho pensato: "Non sono alla guida di una nave che affonda, la casa sta in piedi, o crolla, anche senza di me, i miei familiari, più o meno, son sistemati, che senso ha starmene qui a fissare il lampadario?"
Detto...fatto....Riccione era fantastica anche con la pioggia. Francy ha giocato con la sabbia, s'è "magnato du sogliole" e noi siamo rifioriti.
E basta.
Ora, si torna alla normalità, perchè quel bicchiere deve restare sempre pieno, perchè l'ottimismo non deve mai diminuire.
Sono consapevole che tanta gente è stata MOOOLTO più sfortunata di me. Chi, in provincia ha perso la vita, la casa, chi, sempre in provincia, aveva un capannone ed ora non c'ha più nulla. Non so veramente che dire...
Mentre partivo l'altra sera ho incontrato la mia vicina, sotto casa. Nonostante sia quasi due anni che vivo lì, non so bene in che appartamento viva, non ho nemmeno un grande rapporto, se non di cordiali saluti, non so nemmeno come si chiami, ma so che è una mia vicina. L'avevo già vista e salutata anche due ore prima, quando ero rientrato. Era sempre lì, sola, con una borsa grande, quasi una piccola valigia e l'impermeabile (perchè i terremoti non possono venire con il sole...no...deve anche piovere, esserci freddo...mortacci sua!). Era lì, sotto casa, ferma. Aveva gli occhi spaventati, probabilmente come i miei, forse anche meno. La saluto e le dico che io me ne vado. Lei mi confida che è sola, e di aver timore di lasciare la casa, nonostante la figlia l'abbia invitata da lei, almeno per stare in compagnia. La invito a prendere in seria considerazione l'invito della figlia, ma lei insiste: "Me ne sto qui fuori, ora arriva anche l'altra vicina, che è sola anche lei, ci facciamo coraggio a vicenda" mi dice.
La saluto con gli occhi lucidi. Avessi potuto le avrei caricate tutt'e due e le avrei portate a Riccione con me.
La seconda notte è passata per tutti, la casa non è crollata, la mia vicina, sola e preoccupata, non è più sottocasa e magari avrà pure "dormicchiato" un pochino...nulla di tragico è più successo. Allora perchè vi ho scritto questa storia? Non lo so, ma volevo farlo.
Purtroppo anche la statua della Madonna posta sul tetto della chiesa di Santa Maria in Vado, (la mia seconda casa, qui sono cresciuto e mi sono sposato, qui la mia Contrada), non ce l'ha fatta.
Ha aspettato che nessuno fosse sul piazzale ed è caduta. Noi ci rialzeremo anche per questa statua.
La vita continua...sempre.
meparetotti
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