mercoledì 27 agosto 2014

...e si ricomincia....

Tornare al lavoro dopo le vacanze e' un po' come quando si ritornava a
scuola...certamente non scoppiavamo di gioia, ma c'era anche la voglia di
rivedere i compagni, di raccontarsi le proprie vacanze, inventandosi le
peggio cazzate ed ingigantendo tutto quello che ci era capitato, per
risultare....mmmmhhhh "fighi". 
Per cui una innocente nuova amicizia, diventava una
vacanza di sesso sfrenato, una pizzata con il gruppo vacanze diventava un
"nude-party" in spiaggia e star impalati tutte le sere di fianco alla
consolle, diventava chiaramente "ho fatto il DJ tutte le sere". Perché in vacanza, siamo sempre amici di Totti.
Ma il ritorno al lavoro, purtroppo non ha la stessa poesia, le domande si
limitano al "divertito o riposato"?, per cui il piccolo godimento lo si
ritrova nei gesti, nei luoghi e negli odori che avevamo perso. Cosi entrare
in Autogrill la prima volta, dopo 3 settimane di ferie, e' come
riassaporare il gusto della nostra "seconda casa". Quel gusto che poi
l'abitudine lo fa svanire o quasi ci stomaca, ma risentirlo cosi
forte...mmmhhh....un camogli grazie!!!!

Meparetotti

lunedì 25 agosto 2014

...e la chiamano estate...

Sono stato troppo tempo senza scrivere. Chissà se qualche meparelettore ancora curioso cliccherà sul Blog per venirsi a leggere sto "orrendo" sunto di due mesi di vita.
Non so.
Vedremo nei sondaggi.
Come se ce ne fregasse qualcosa dei sondaggi, come se campassimo di Blog (ancora non ho capito come se fà), come se misurassimo la nostra vita in funzione dei "like", o dei "follower".
Son passati quasi due mesi, in cui è successo di tutto, dalle vacanze al lago, alla crescita dei miei bimbi, ai problemi sul lavoro, ai progetti che nascono, si intoppano, ma non muoiono ed anzi ora riprendono a gonfie vele, dal Ricceri che vince il Palio di Luglio (andatevi a rileggere il mio post pre-Palio), fino ad arrivare alle cose tristi...dall'incidente di mio fratello (che si riprenderà, anzi...che si sta già riprendendo) alla perdita del mio...del nostro papà.

Nonostante chi ama scrivere dei fatti suoi su un blog o sui social, sia inevitabilmente bisognoso di raccontarsi ed anche un po' di apparire, e nonostante anche io, al termine di ogni post (volevo scrivere "sforzo letterario" ma mi sembrava un insulto a chi li fa sul serio), "clicco" su CONDIVIDI, e lancio le mie cose al mondo, ho deciso di lasciare questa "opera" (ah ah ah) solo a chi legge "da qui".
Per darci un po' di intimità, tra noi mepareseguaci...un po' di confidenza, e lasciare a voi la libertà di farne ciò che volete.

Il post, inizia qui sotto...si intitola:

"Pensare che mi chiamavano il piccolo Claudio"

(come al solito, si legge come si scrive...tutto d'un fiato....)

"E poi un giorno ti dicono che tuo papà ha un tumore....e che non si guarisce.
Allora vai subito a casa a trovarlo, ancora sta bene, gira per casa, non è tranquillo, te ne accorgi, ma fai finta di nulla. Poi un pomeriggio ti regala tutte le macchinine che aveva comprato per Francy...come se avesse già capito...avesse capito subito cosa sarebbe accaduto.
Vai a casa, e piangi.



Ed inizia questa lunga recita..."Hai solo una cosa ossea, vedrai che l'abbiam presa in tempo"...sai che non e' cosi, sai che il tempo sta per scadere, non sai esattamente quando, ma il conto alla rovescia e'
cominciato, e non si puo' fermare. Le cure servono, certamente, le cure rallentano l'incedere delle lancette.
Certi giorni di salute apparente, vivi di strane speranze...ma la malattia, cosi diffusa e presa cosi tardi,  non perdona...non si ferma.

Vivi per quasi un anno, tra ospedali, ricoveri a casa, e ADO. Vivi con la complicata gestione della tua vita, della tua famiglia, del lavoro, del tempo da trovare per portargli i nipoti...sempre con il sorriso, sempre con l'atteggiamento di chi sta "convivendo" una fase delle vita della famiglia, ma che si risolvera' in positivo.

Vivi tra amici che ti fanno forza, amici fantastici,  tutte persone buone...dal cuore d'oro, a cui comunque abbiamo sconvolto un po' la vita, e che stanno rinunciando al loro tempo per te...per papa'....allora
capisci...sorridi...rispondi ai messaggi...sempre...perche' l'amicizia e' un valore che vale "doppio...triplo...quadruplo"...e ringrazi...ringrazi sempre.

Poi logicamente si inizia ad andare in ospedale, oncologia, terzo piano. Impari la strada subito. Dopo 8 cicli...durati circa 9 mesi, prendi pian piano confidenza con l'ambiente, gli infermieri, i vari compagni di stanza, dagli odori del gel lavamani, ai "trabicoli" che servono per le cure....dalla perdita di capelli alla nausea.

In questo periodo ti nasce pure un figlio, stupendo, lo chiami come lo ZioPippo, e non vedi l'ora di poterglielo far vedere, al nonno. Inizi a pensare che il tuo papa' ha combattuto la malattia per veder nascere il suo ultimo nipote....e non appena riesci glielo porti, glielo metti in braccio...e sei felice...perche' comunque la vita che ti sta togliendo una fetta grossa, ti ha comunque permesso di regalargli un briciolo di felicita'.

E poi un giorno, suona il telefono. Tua mamma ti dice che le lancette hanno inziato l'ultimo giro.

E corri all'Ado...e vivi quello che non vorresti mai aver dovuto vivere...ed il tempo passa...papà ormai non soffre, non sente nulla, è completamente sedato...e inizi a scrivere...questa storia...sul divano...qui, al suo fianco...alla fermata, ad aspettare questo ultimo treno.

E poi arriva la fisioterapista che, in fin di vita, gli vuol fare un massaggio rilassante ai piedi. 
Pensi: "Papa' ti vogliono far morire in pace....e anche "sciolto" di muscoli."
Sorridi a questa cosa che, in questo momento ti sembra la più grande puttanata, ma invece capisci che è una persona, la sua massaggiatrice, che gli sta regalando un pezzo del suo tempo, del suo cuore, un briciolo di "piacere" in più.

E poi..."

Meparetotti